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La cute respira luce solare

DiBruno Lanata

Mar 8, 2019

La cute è l’organo più grande e più versatile che abbiamo. Essa avvolge il nostro corpo e gli offre protezione. Vediamo come la medicina antroposofica, con il suo approccio olistico, vede la meravigliosa versatilità di questo organo.

L’importanza della luce del sole è ben nota e la sua interazione con la pelle è alla base di importantissimi processi vitali. Nella cute, infatti, avviene la trasformazione della pro-vitamina D in Vitamina D sotto l’influenza della luce solare. Dopo ulteriori tappe di sintesi, che avvengono a livello del fegato e dei reni, questo “ormone della luce” diventa attivo e ha la capacità di trasmettere alle ossa stimoli di crescita e di rimaneggiamento influenzando inoltre l’attivazione del sistema immunitario, la prevenzione dalla depressione e la protezione da alcune specie tumorali. Gli impulsi formativi e organizzativi della luce solare vengono in questo modo assorbiti dalla cute, materializzati e trasportati fino alle parti più profonde dell’organismo sotto forma di vitamina D. Noi percepiamo questi benefici profondi del sole e per tale ragione accogliamo con grande felicità la forza crescente della sua luce a ogni primavera. La cute è la sua porta di entrata; essa “respira” la luce del sole. Per questo dovremmo permettere un’esposizione sufficiente soprattutto durante la stagione invernale, privilegiando le attività all’aperto e promuovendo un irraggiamento moderato della pelle.

Con una superficie di circa due metri quadrati, la pelle è l’organo più grande nell’uomo e ha funzioni molteplici e complesse, oltre a quella più apparente e nota di rivestimento dell’organismo.

Nella cute vista come organo ritroviamo infatti l’intero organismo umano: essa possiede una funzione neurosensoriale, è un organo respirante e circolatorio oltre a espletare funzioni metaboliche. Anche i differenti livelli dell’essere sono rappresentati nella cute umana: l’individualità dell’uomo è percepibile nel sangue della pelle quando ad esempio si osserva un arrossamento della stessa con l’entusiasmo o un pallore in caso di spavento.

L’anima è attiva nell’innervazione della cute; in risposta allo stress si può verificare prurito intenso, oppure alcuni sviluppano una “pellaccia” quale risposta allo stress. La pelle è piena di vitalità quando è capace di sudare e di produrre sebo, mentre è secca e ipersensibile quando manca di vitalità. La cute ha tuttavia anche delle caratteristiche molto fisiche che richiedono un buon nutrimento perché possa rimanere sana.

Per l’uomo la cute è soggettivamente più importante rispetto ad altri organi interni. Esistono infatti innumerevoli espressioni che utilizzano la pelle come simbolo dell’esistenza complessiva dell’organismo umano. Ad esempio ci “si salva la pelle” e non lo stomaco. Analogamente, si può osservare che in caso di malattie cutanee vi è un’importante richiesta di consultazione specialistica; persino le manifestazioni meno rilevanti richiedono frequentemente delle consultazioni di almeno mezz’ora presso il dermatologo. Anche il trattamento topico con pomate può essere molto individuale a causa di una tolleranza differente tra gli individui. Si può pertanto dire che la pelle è a contatto molto stretto con l’essere umano.

La medicina antroposofica si identifica con un approccio terapeutico olistico e la sua visione della cute è anch’essa di tipo comprensivo. Bisogna infatti considerare la cute come un organo strettamente legato all’organismo nella sua integralità.

Se, ad esempio, la pelle dimostra una eccessiva reattività del suo sistema neuro-sensoriale, come avviene nella dermatite atopica, il medico antroposofo dovrà impegnarsi attraverso una terapia adeguata a calmare e modulare la risposta neurologica e a stimolare una risposta rigenerativa che dovrà compensare gli effetti degenerativi dell’ipersensibilità. Se invece gli stimoli metabolici sono concentrati nell’area sbagliata, come avviene nell’acne puberale sul viso, il trattamento dovrà essere incentrato sul metabolismo, e in particolare sul fegato quale organo principale del metabolismo. Nel caso invece di un coinvolgimento della circolazione cutanea bisogna agire attraverso il cuore o direttamente sui capillari cutanei.

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