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Acqua: una memoria prodigiosa

DiBruno Lanata

Mag 7, 2019

Uno degli aspetti più intriganti e controversi riguardanti l’acqua è quello relativo al fatto che questa possieda la capacità di conservare nella propria struttura un “ricordo” delle sostanze con cui viene in contatto, anche quando di queste non è più presente alcuna traccia fisica.

Masaru Emoto (Yokohama, 22 luglio 1943 – Yokohama, 17 ottobre 2014)

07/05/2019 – L’idea della “memoria dell’acqua” – cioè della caacità dell’acqua di “ricordare” le sostanze con cui è venuta in contatto – fu avanzata per la prima volta verso la fine degli anni Ottanta da un medico francese, Jacques Benveniste, che aveva svolto una serie di esperimenti volti a spiegare il meccanismo su cui si basa la realizzazione dei rimedi omeopatici. Questi vengono infatti preparati miscelando il principio attivo nell’acqua in diluzioni sempre maggiori, fino a quando del principio non rimane più alcuna traccia.
Sull’esistenza della memoria dell’acqua la scienza ufficiale ha sempre mostrato un profondo scetticismo sia negando i presupposti scientifici della teoria sia contestando l’attendibilità delle sperimentazioni volte alla dimostrazione della reale sussistenza del fenomeno.

Nessuno degli studi pubblicati ha mai superato la validazione del doppio cieco. (Su questo aspetto si leggano gli articoli apparsi sul sito www.butac.it, in particolare quello sull’esperimento del riso di Masaru Emoto).

L’impegno e la dedizione provusi da Emoto meritano comunque comsiderazione. Lo studioso giapponese Masaru Emoto, nel corso della sua vita, ha condotto una costante ricerca che lo ha portato ad affermare l’esistenza di una stretta relazione tra il pensiero umano e i diversi stati dell’acqua. Nei suoi scritti egli afferma che l’acqua costituisce il mezzo per eccellenza per trasmettere la vibrazione (Hado). Aveva infatti osservato come i cristalli di acqua a -4 °C assumessero una forma simmetrica, armonicamente organizzata, dopo essere stati sottoposti a stimoli provenienti da una fonte di energia esterna che può, di volta in volta, assumere la forma di «preghiera, musica o testo».
Emoto ha documentato la propria scoperta con prove fotografiche in cui appare come i cristalli ottenuti dal congelamento di acqua sottoposta a specifiche sollecitazione modifichino la propria struttura in relazione ai messaggi ricevuti. In particolare, l’acqua sottoposta a stimoli positivi forma cristalli simili a quelli della neve, mentre l’acqua sottoposta a parole e pensieri negativi reagisce creando strutture amorfe e prive di armonia.
Nel corso della sua vita Masaru Emoto ha pubblicato numerosi libri sul potere e sulla capacità di guarigione dell’acqua. In particolare, così scriveva nella sua opera L’insegnamento dell’acqua, edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee.
“Dobbiamo tornare al punto di partenza e ricordarci che noi uomini siamo acqua che scorre. Non vogliamo ritornare al ciclo in cui fiori, alberi, uccelli, insetti, esseri viventi di ogni tipo vivono in armonia con la natura? Se noi amiamo la natura con tutto il cuore, la natura ci ama. Se noi preghiamo la natura, lei ci risponde. E questo amore si riverserà su tutto ciò che vive e su tutta l’acqua esistente”.