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Tumori uterini: l’importanza della prevenzione

DiBruno Lanata

Mag 29, 2019

In questa intervista, il dottor Rovida spiega quali sono i diversi tipi di tumori uterini e suggerisce i vari percorsi per una diagnosi precoce.

Dottor Rovida, quali sono i vari tipi di tumori uterini?
I più frequenti e noti tumori uterini sono i fibromi, che sono tumori benigni che originano dalla muscolatura delle pareti dell’utero, diagnosticati in almeno il 30 per cento di tutte le donne.
I tumori maligni dell’utero insorgono invece o dal collo dell’utero (detto anche cervice uterina), o dall’endometrio, che è la mucosa uterina che durante la vita fertile della donna, secondo un ciclo mensile, cresce e poi si sfalda determinando la mestruazione. Si chiamano rispettivamente carcinoma cervicale e (adeno)carcinoma endometriale.

Come si manifestano? Quali sono i sintomi da sorvegliare?
I fibromi uterini, salvo casi particolari più precoci, si sviluppano prevalentemente dopo i trent’anni di età, rimangono di solito asintomatici per alcuni anni, poi sono responsabili della maggior parte dei casi di emorragie mestruali nelle donne oltre i quarant’anni. I tumori maligni diventano sintomatici attraverso perdite ematiche atipiche, cioè perdite diverse da quelle mestruali: ad esempio il carcinoma dell’endometrio colpisce soprattutto donne in postmenopausa e determina perdite di sangue anche ad anni di distanza dall’ultima mestruazione. Il carcinoma cervicale è invece prevalente anche nelle donne di una fascia d’età inferiore, in virtù delle sue cause e fattori di rischio.

Quali sono i principali fattori di rischio associati a questi tumori?
I fibromi dell’utero riconoscono una certa familiarità: spesso più donne nella stessa famiglia ne sono colpite, anche se con diversa gravità.
La familiarità è ben nota anche per i carcinomi dell’endometrio, sebbene nella genesi di questi tumori siano più che altro determinanti certi fattori di rischio, soprattutto se se ne associno due o più nella stessa persona: obesità, diabete, ipertensione, terapie con estrogeni e altre condizioni favorenti la presenza di estrogeni per più lungo tempo nella vita (menarca precoce, menopausa tardiva, assenza di gravidanze). L’importanza degli estrogeni nel determinismo del carcinoma dell’endometrio è del tutto analoga a quella che è alla base della maggior parte dei carcinomi della mammella.
I carcinomi cervicali dipendono quasi sempre dall’azione infettiva prolungata di vari ceppi del virus HPV (virus del papilloma umano) che sono in grado di indurre la trasformazione tumorale delle cellule del collo dell’utero attraverso vari stadi ancora benigni di displasia, che in genere durano alcuni anni e permettono quindi la diagnosi precoce e la cura. Il virus HPV è trasmesso per via sessuale, il che spiega sia il perché le donne colpite siano più giovani di quelle che si ammalano di altri tumori, sia il perché di certi fattori di rischio: i dati della letteratura scientifica mostrano un aumento di rischio di tumore della cervice nelle donne con elevato numero di figli (soprattutto se HPV positive), con più partner sessuali e con un precoce inizio dell’attività sessuale.

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Quali sono gli esami cui una donna dovrebbe sottoporsi ai fini di una diagnosi precoce?
La diagnosi dei fibromi uterini e il sospetto diagnostico del carcinoma dell’endometrio si fondano sulla visita ginecologica e sull’ecografia transvaginale. Quest’ultima, sebbene non si sia dimostrata conveniente quale metodica di screening, potrebbe almeno essere applicata alla popolazione che presenti fattori di rischio. La diagnosi precoce del carcinoma cervicale si basa sullo screening mediante PAP-test, il quale pare ragionevole che venga proposto ogni 2-3 anni a tutte le donne fino ai sessantacinque anni. È possibile oggi anche la prevenzione dell’infezione da HPV, mediante vaccino da somministrare in età adolescenziale, prima dell’inizio della vita sessuale.

Qual è il ruolo del ginecologo nell’informazione alle proprie pazienti?
È importante che la ginecologia venga sempre vista dalla popolazione femminile come medicina preventiva e diagnosi precoce, dalla pubertà alla postmenopausa. Il ginecologo può considerare tutti i fattori in gioco lungo la vita della donna (età, costituzione, familiarità e predisposizioni, stile di vita, storia ostetrica, ginecologica e medica generale) per formulare in maniera individualizzata la più logica strategia diagnostica e per impostare le eventuali terapie a scopo curativo e preventivo.

Il dottor Roberto Rovida, specializzato in Ginecologia e Ostetricia all’Università di Milano, ha conseguito il Diploma Nazionale di Ecografia Clinica e il Diploma di Medico Esperto in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate. Svolge la propria attività professionale presso Artemedica oltre che in importanti istituti e ospedali milanesi.