Un libro magico, di straordinaria poesia: di Henry van Dyke
Tutti conoscono la storia dei Tre Magi, i Re astrologi e di come, illuminati e guidati dalla stella cometa, siano giunti dal lontano Oriente alla culla-mangiatoia di Betlemme per offrire i loro tre doni: oro, incenso e mirra. Ma furono veramente soltanto tre i Re Magi? Svariate sono le leggende legate alla tradizione cristiana che narrano la storia di un quarto Re, di cui non si fa menzione nei Vangeli. Anche lui vide la stella e la seguì, ma non giunse in tempo per omaggiare, insieme a Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, il bambino Gesù. Attardatosi per prestare aiuto a un vecchio, dopo tante peripezie, riuscì a raggiungere Betlemme, quando ormai la Sacra famiglia era fuggita in Egitto. Inizia così per lui un lungo periodo di continua ricerca nel vano tentativo di incontrare il Cristo. Una ricerca che sarebbe durato tutta la vita.
Quella presentata nel libro è forse la versione più nota della leggenda di Artaban.
Scritto nel 1896 e tradotto in 19 lingue, il testo di Henry Van Dyke, pastore della Chiesa presbiteriana, ha sempre esercitato un particolare fascino sui lettori, riuscendo a esprimere i più profondi significati del Cristianesimo universale. Artaban è un libro magico e affascinante, poeticamente tradotto in italiano da Giovanni Prouse. Un libro che narra del lungo peregrinare e delle prove dell’anima affrontate da questo Quarto Re; della sua instancabile ricerca e del modo in cui riuscì finalmente a trovare Colui che aveva così a lungo cercato.
Henry van Dyke, nato nel 1852 a Germantown negli Stati Uniti, ma di origini olandesi, ha svolto durante tutta la sua vita, un’intensa attività sia come pastore della Chiesa presbiteriana sia come scrittore, insegnante universitario e diplomatico. Tra i suoi lavori letterari, particolarmente significativa è la traduzione in inglese del poema “Il fiore azzurro” di Novalis.